
Depressione
“La depressione è una pietra pesantissima, che ci trascina giù con sé nell’abisso del dolore e dell’indifferenza, troviamo la luce insieme”
La depressione è una patologia legata a una disfunzionalità del tono dell’umore.
In condizioni normali l’umore, importantissimo a livello psicologico, viene modificato da fattori esterni: un regalo ci rende felici, un rimprovero ci rende tristi. Chi soffre di depressione, però, non è soggetto a questa flessibilità.
La depressione spinge ogni emozione e sensazione verso il basso, indipendentemente dagli avvenimenti esterni, e ci impedisce di vedere anche il minimo sprazzo di felicità in ciò che facciamo.
A causa della depressione, i pensieri positivi vengono sommersi dalle preoccupazioni, l’ansia e la paura si mischiano per produrre apatia, il passato pesa come un macigno sulle nostre spalle e il futuro appare oscuro, a malapena degno di essere vissuto.

La tristezza è un’emozione di base e non va demonizzata, ma la depressione è una condizione cronica, che si manifesta a livello mentale e somatico, sfociando spesso nella disperazione e nell’odio per sé stessi.

Il paziente compie automaticamente un'interpretazione negativa di una situazione anche se esiste una spiegazione più ovvia è più plausibile. Si crea un circolo vizioso tra la persona depressa e il proprio ambiente sociale. I comportamenti del paziente che soffre di depressione potranno produrre in chi lo circonda, gli effetti che il soggetto aveva previsto "profezia che si ha auto-avvera".
Ad esempio un paziente depresso entra in ufficio con la convinzione di essere antipatico a tutti, saluta un collega con un tono basso. Il collega potrà non sentirlo, e quindi non salutarlo. Il mancato saluto può essere interpretato come prova che la convinzione patologica è corretta, quindi la persona evita il collega e quest'ultimo lo riterrà veramente antipatico.