
Difficoltà Relazionali
“Uno, nessuno, centomila”
Pirandello
Le difficoltà relazionali sono problemi molto più diffusi di quello che si crede. Lo stigma affibbiato a chi in gioventù era lo “sfigato” senza amici purtroppo non permette di superare facilmente i pregiudizi che si hanno verso questa problematica, vista appunto come un difetto da superare e non come il sintomo di una condizione più profonda, che è compito della terapia riportare invece alla luce.
I soggetti che soffrono di difficoltà relazionali spesso vivono questa condizione con grande sofferenza, ed essa è accompagnata da altri problemi quali:​
“Mi si fissò invece il pensiero ch'io non ero per gli altri quel che finora, dentro di me, m'ero figurato d'essere.”
Viviamo nella società della prestazione, del consumo e della mercificazione.
Le persone sono ridotte a cose, a merci o prodotti che vengono valutati in base a qualità imposte da un grande mercato sociale.
​
Per quanto infatti ci venga richiesto di “fare” sempre di più, di “produrre” o di “venderci” come prodotti, nulla di tutto questo ha a che fare con il nostro vero essere, con ciò che implica
essere noi stessi.
Mentre però la maggior parte delle persone riesce a tollerare questa condizione di repressione del proprio sé e della propria soggettività, vestendo una maschera e dei panni ad hoc per ogni situazione, i soggetti emotivamente più sensibili invece soffrono di questa condizione, che genera in loro problemi di stress, ansia sociale, disturbi emotivi e difficoltà nei rapporti sociali.
Può anche portare ad un progressivo isolamento dalla società, a cui si aggiunge un senso di solitudine.
La soluzione ai problemi implicati nelle difficoltà relazionali non sta nell’adattamento ad una società che ci fa star male, ma piuttosto nel comprendere che proprio quelle emozioni che la società esterna non accetta sono in realtà la nostra più grande ricchezza.
